Voglio fare l'innamorata (Italian Edition) by Paola Zannoner

Voglio fare l'innamorata (Italian Edition) by Paola Zannoner

autore:Paola Zannoner [Zannoner, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851124571
Amazon: B00OSSM206
editore: De Agostini
pubblicato: 2014-10-21T00:00:00+00:00


Ragionevoli dubbi

Come facevano un tempo a sapere le cose, senza Internet?

Mi dibatto nel pensiero di come possa Flora capire chi sia il medico francese che avrebbe ispirato lo zio. Per noi sarebbe semplicissimo: digiti anche soltanto ragazzo selvaggio e… pam! Eccolo qua: Jean Marie Itard, che nel 1797 si prese cura di un bambino ritrovato nei boschi e scrisse appunto un trattato sul Ragazzo selvaggio. Ci hanno fatto pure film e romanzi! E che polverone poi sul rapporto tra natura e civiltà! Mica vero che i selvaggi erano felici in natura: il ragazzo era proprio messo male, ecco perché anche nel mio piccolo romanzo lo zio Leicester fa l’esperimento di trasformare un ex schiavo in un damerino. Damerino fino a un certo punto, però: deve fare il cameriere, tanto per ribadire che le differenze ci sono sempre, ci mancherebbe.

Però mi è toccato venire fino in paese, ancora una volta, ed entrare nel flusso della rete. Tutto perché i personaggi mi hanno preso la mano, cavolo! Hanno iniziato a parlare e dire cose che io non so. Non sarà mica Jane Austen a suggerire, mentre scrivo? A dir la verità non sento nessun bisbiglio, ma dal momento che è un fantasma, magari possiede ben altri metodi d’intervento.

Oddio, lo so, sto diventando pazza!

D’altra parte, scrivere sembra una forma di follia: si sta ore e ore a immaginare le cose, a vedere scene con gente che si muove e parla, come in un fiilm che ci proiettiamo da soli. Insomma, siamo a un passo dal manicomio. E il bello è che mi ci sono ficcata dentro di mia spontanea volontà, anzi, ben contenta!

Adesso vorrei smettere, però a questo punto sono anche curiosa di vedere come butta questa storia, cioè come prosegue e come va a finire. Perché, ancora non lo so, a dispetto di tutti i corsi che ho fatto, dove gli insegnanti e gli scrittori ripetevano che bisognava scrivere la famosa scaletta: qualcuno la chiamava indice, qualcuno parlava con termine anatomico di scheletro od ossatura, qualcun altro invece s’improvvisava geometra e consigliava di elaborare un progetto come per una casa. E io, come qualsiasi incauto principiante, mi metto a scrivere una storia senza nemmeno sapere dove andrò a parare!

Tra l’altro, non so nulla del periodo storico in cui mi è toccato ambientare il romanzo. Con quel dobermann della Austen che girella per la stanza, si siede e fissa un fuoco che non c’è, poi si mette a leggere il mio testo e ha persino da ridire su certe frasi che non capisce perché troppo moderne (e dire che io mi sforzo di scrivere in tono antico!), si capisce che non avevo scelta! Dovevo raccontare una storia d’epoca, però mettendoci un po’ del mio e anche di quel che Jane Austen non sapeva o non poteva raccontare. Per esempio che quella simpatica società di persone benestanti e praticamente nullafacenti si basava sulla povertà e lo sfruttamento di un sacco di gente. Per esempio che erano tutti razzisti, anzi il razzismo era un valore.



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